Come va il mercato immobiliare italiano: la parola agli Agenti

Oltre 1000 agenzie immobiliari, intervistate da Banca d’Italia, Tecnoborsa e Agenzia delle Entrate, hanno dato un quadro sull’andamento del mercato immobiliare italiano, esprimendo fiducia e ottimismo per il futuro. Secondo il sondaggio congiunturale sul mercato italiano delle abitazioni del IV trimestre 2016, infatti, migliorano le condizioni della domanda di immobili e il saldo dei nuovi mandati per gli agenti immobiliari. Emergono dati positivi anche per l’evasione dei mandati a vendere. I prezzi degli immobili proseguono una, pur lieve, flessione, sia corrente sia attesa.

Secondo la percezione delle agenzie immobiliari, il mercato immobiliare è quindi destinato a rimanere stabile nel breve termine, ma si evidenzia anche una tendenza ottimistica per le previsioni da qui a due anni.

Il sondaggio è stato condotto tra il 27 dicembre 2016 e il 27 gennaio 2017 presso 1507 agenzie immobiliari di tutta Italia. Vediamo i risultati emersi per punti.

Le indicazioni sul mercato abitativo nel quarto trimestre 2016

–          Mercato immobiliare italiano: c’è ottimismo per il futuro

Sale la fiducia da parte degli agenti di vendita sull’evoluzione a breve termine del mercato immobiliare. Lo scostamento tra chi attende un miglioramento e chi prevede un peggioramento è più che raddoppiato (17,0% da 8,1%) riflettendo il maggiore ottimismo degli agenti operanti nelle regioni settentrionali.

Sul medio termine (due anni), le prospettive di miglioramento continuano a prevalere su quelle di peggioramento (il saldo si è stabilizzato al 35,2%).

–          Stabilità del mercato nel presente

Aumenta la quota di agenti che giudicano stabili le condizioni del proprio mercato di riferimento nel breve termine (73,6% dal 64,7%). Questo a fronte di una diminuzione sia della quota che si attende condizioni meno favorevoli sia, in modo più accentuato, di quella che si attende condizioni più vantaggiose.

Allo stesso modo aumenta la quota di agenti che si attende prezzi stabili (73,1% da 67,6%) mentre scende la quota di quelli che si aspettano una flessione (23,8% da 30,5%).

–          Migliora il giudizio sui prezzi di vendita

Il saldo fra le percentuali di risposte che indicano prezzi di vendita in aumento e quelle che li indicano in diminuzione è rimasto negativo, ma ha continuato a ridursi (-24,9% da -33,2% della rilevazione precedente). Il risultato è frutto della contrazione della quota di agenti che segnala una flessione dei prezzi.

–          Migliorano le condizioni della domanda

La quota di agenzie che ha venduto almeno un’abitazione è aumentata per il secondo trimestre consecutivo (80,6% da 72,9%). Ecco l’identikit degli immobili più venduti: fino a 140 mq abitabili o parzialmente da ristrutturare e con classe energetica bassa (F o G). Dati in linea con quelli rilevati nel gennaio del 2016.

Si intensifica il miglioramento delle condizioni della domanda del mercato: il saldo tra le percentuali di risposte che indicano aumento e diminuzione del numero di potenziali acquirenti è più che raddoppiato rispetto al trimestre precedente (12,6% da 4,6%).  Il rialzo è più marcato nelle aree urbane (14,9% da 2,2) e metropolitane (14,8% da 0,3).

–          Nuovi mandati e Incarichi a vendere: andamento favorevole

Il saldo delle risposte relative ai nuovi mandati è migliorato: va a 1,4% rispetto al -1,3%. Questa variazione è dovuta quasi esclusivamente alla minore incidenza di agenzie che segnalano una riduzione.

Per quanto riguarda le percentuali sull’aumento e diminuzione delle giacenze di incarichi a vendere, il saldo è diventato negativo per la prima volta dal 2009 (-4,0& da 0,7%).

–          Cause di cessazione degli incarichi a vendere

L’assenza di proposte di acquisto dovuta ai prezzi ritenuti troppo alti si conferma la causa prevalente di cessazione dell’incarico a vendere. Questa causa è segnalata dal 66% degli operatori intervistati, con 13,3% di punti percentuali in più rispetto alla rilevazione di ottobre.

Diminuisce la quota di cessazioni dell’incarico dovuta a proposte di acquisto a prezzi considerati troppo bassi dai venditori (46,4% dal 55,3%).

Aumenta il rinvio della vendita in attesa di prezzi migliori come causa di cessazione (26,2% dal 20,4% della precedente rilevazione).

La difficoltà di accedere al credito, in graduale diminuzione dal 2012, continua ad attestarsi attorno a circa un quarto del totale delle cause di cessazione degli incarichi.

–          Il margine di sconto alle vendite diminuisce

Si riduce dell’1,5% il margine medio di sconto sui prezzi di vendita rispetto alle richieste del venditore (a 11,6% da 13,0%). Il risultato riflette particolarmente il calo registrato nelle regioni settentrionali. La flessione rispetto all’anno scorso è di 2,6 punti percentuali.

Si riducono i tempi di vendita di circa un mese (7,7 da 8,9 della precedente rilevazione) senza significative distinzioni territoriali.

8 marzo 2017

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