Il periodo complicato che stiamo vivendo, oltre alle difficoltà oggettive riversatesi nell’economia e nelle dinamiche sociali, evidenzia anche conseguenze nel mercato immobiliare, in quanto sta cambiando la concezione che gli italiani hanno delle proprie abitazioni.
Le scelte che portano all’acquisto di un immobile sono cambiate in seguito alla pandemia? Alcune risposte le abbiamo raccolte in un recente articolo, in cui ci siamo focalizzati sulla reazione avuta dagli italiani che, poco prima dell’emergenza Covid-19 e della conseguente quarantena, si trovavano alla ricerca di un immobile da acquistare.
Grazie a un sondaggio condotto da Immobiliare.it su un campione di oltre 18.000 utenti alla ricerca di un immobile in vendita, è risultato che meno di una persona su tre (31,2%) ha pensato di rimandare l’acquisto. Ma non è tutto. Questa quarantena potrebbe aver influito non solo sulla volontà di acquistare o meno un immobile, ma anche e soprattutto sulla tipologia di casa ricercata.
A tal proposito, un fattore da analizzare è sicuramente il luogo della ricerca: centro cittadino o località di provincia? Vediamo come sono cambiate le preferenze degli italiani in seguito al lockdown.

La prima riflessione da fare riguarda il lavoro in smart-working. In questo periodo molte aziende hanno concesso ai loro dipendenti la possibilità di lavorare da casa: una scelta dovuta per l’impossibilità di muoversi in città, ma anche per il fatto di avere i bambini a casa in seguito alla chiusura delle scuole. Adesso che piano piano l’emergenza sembra rientrare e che, dopotutto, lo smart-working si sta rivelando una buona soluzione per molte realtà, molte imprese stanno pensando di adottare in maniera permanente questa tipologia di lavoro, evitando così a numerosi dipendenti di recarsi ogni giorno, fisicamente, presso la sede aziendale.
Di conseguenza, è intuibile con che facilità potrebbe crescere un trend già iniziato: la volontà per le persone di allontanarsi dai centri urbani, preferendo la vita della provincia a quella del centro città. A prova di questo, vi è un netto calo delle ricerche immobiliari nelle grandi città come Milano e Roma, che hanno dovuto lasciar spazio alla ricerca di case in collina o in zone di campagna, preferenza incrementata del 20% tra i mesi di febbraio e aprile.
Il trend riscontrato lascia pensare che le persone stiano cercando un riavvicinamento con la natura, per vivere in modo diverso l’isolamento imposto dalla quarantena ma in totale tranquillità, prediligendo quindi abitazioni spaziose in ambienti rurali.
Ma quindi, che tipo di casa cercano esattamente gli italiani? Aver trascorso tante settimane in una casa forse troppo piccola o poco luminosa ha spostato l’interesse verso soluzioni abitative più ampie, ariose e dotate possibilmente di giardino. Da un’analisi sulle ricerche fatte dagli utenti tra gli annunci presenti sul sito UniCredit Subito Casa, abbiamo riscontrato un forte incremento nella ricerca di case con giardino o terrazzo e di abitazioni con più bagni. Tutto questo accompagnato da una netta crescita delle ricerche di case fuori città.
Una tendenza che sembra essere in ascesa e che potrebbe segnare un cambiamento radicale, non solo degli interessi, ma anche delle vere e proprie abitudini degli italiani: il gusto in fatto di immobili, la voglia di trascorrere sempre più tempo lontano dal movimento cittadino e la consapevolezza di volersi riappropriare di quel tempo intimo che ognuno di noi desidera per sé stesso e per la propria famiglia, speso in un luogo che ci fa davvero sentire a casa.
E in tutto questo, c’è spazio per l’immaginazione di possibili scenari futuri, come quelli auspicati dall’architetto e urbanista Stefano Boeri in una recente intervista pubblicata da Repubblica. Negli ultimi anni gli italiani hanno preferito i centri urbani come luoghi in cui vivere: più comodi, connessi, aggiornati. Il risultato? Numerose aree quasi disabitate sul territorio nazionale, con circa 6000 borghi a rischio svuotamento.
Qual è quindi l’idea? Avviare un progetto nazionale, in grado di dare nuova vita a questi luoghi ricchi di bellezze naturalistiche, paesaggistiche e culturali. Un progetto in grado di superare i limiti che ancora oggi piccoli borghi e aree interne si trovano ad affrontare: scarsità di servizi, di connessioni telefoniche e web, di collegamenti funzionali serviti dai mezzi pubblici. Interventi, questi che potrebbero incentivare le persone a lasciare i sovraffollati centri urbani, soprattutto in un momento come questo, in cui l’importanza di avere uno spazio aperto a portata di mano e la voglia di prendere un po’ le distanze dall’affollamento cittadino stanno diventando sempre più preponderanti.