Immobiliare non residenziale: un mercato variegato

    Il 30 maggio è uscito il Rapporto OMI-Assilea 2018 sul mercato immobiliare non residenziale in Italia. Creato dall’Agenzia delle Entrate in collaborazione con l’Associazione Italiana Leasing, il report fa emergere una configurazione molto articolata del mercato degli immobili commerciali.

    Nei 4 anni passati le rilevazioni avevano fatto segnare una crescita pressoché costante nel volume delle compravendite e nel valore degli immobili. Ciò che invece si nota in quest’ultimo report è una frenata dell’incremento di alcuni specifici segmenti del mercato, dall’altra parte bilanciata dalla crescita di sottoinsiemi differenti. Vediamo nel dettaglio le novità dell’ultimo periodo.

    Mercato degli immobili commerciali: il quadro generale

    Uno sguardo generale alla situazione dell’immobiliare non residenziale in Italia mostra un valore complessivo scambiato nel corso dell’anno pari a 15,6 miliardi, in calo dello 0,4% rispetto al 2017.  Questa la suddivisione dei valori scambiati per i 3 segmenti del mercato:

    – negozi: 6 miliardi di euro

    – capannoni industriali: 6,5 miliardi di euro

    – uffici: 3 miliardi di euro

    Non si sono comunque ancora recuperati i valori pre-crisi, quando il mercato valeva circa 25 miliardi di euro, ridottisi a 12 miliardi nel 2012.

    È il leasing invece che segnala una forte crescita rispetto agli scorsi anni, con un incremento del 9% per quanto riguarda il numero di contratti stipulati e del 10% nel valore complessivo. Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono le regioni in cui si rilevano la maggior parte degli accordi, seguiti a poca distanza da Friuli, Lazio, Marche, Puglia e Sicilia.

    I negozi

    immobili commerciali

    Si conferma la crescita del numero di compravendite di immobili adibiti a negozi (+4,6%), anche se in leggera diminuzione rispetto agli anni scorsi. Bologna, Catania e Palermo registrano incrementi a doppia cifra (dal 31,2% del capoluogo emiliano all’11% del capoluogo siciliano), mentre Torino rileva una diminuzione dell’1,7%, Roma del 3,6% e Genova dell’11,9%.

    Il valore medio è però in calo dell’1,7%, attestandosi sui 1.540 euro al metro quadro. Unico caso in controtendenza è Venezia, che fa rilevare un aumento del 4,1% dei prezzi, arrivando quindi a 4.308 euro al metro quadro.

    I capannoni industriali

    Il settore produttivo del mercato non residenziale si mantiene invece stabile, facendo rilevare un +0,6% nel numero di scambi effettuati durante il 2018. Nelle isole però la tendenza è al ribasso, visto che registra un -38%: il dato è tuttavia complessivamente poco influente, poiché la quota di mercato rappresentata da queste regioni è inferiore al 4% del totale. Il valore medio delle compravendite si posiziona sui 484 euro al metro quadro, facendo rilevare una diminuzione dell’1,9%.

    Gli uffici

    immobili commerciali

    È il segmento degli uffici quello che fa registrare una tendenza in calo del 3,7% nel numero di compravendite, oltre a una discesa dei prezzi dell’1,1%. Il valore medio degli immobili in questo ambito dell’immobiliare non residenziale è infatti sceso a 1.366 euro al metro quadro, anche se la situazione è molto variegata e diversa da regione a regione.

    Se infatti le compravendite crescono del 25,9% a Venezia e del 20,9% a Verona, seguite da Catania e Milano, rimane la Liguria l’unica regione a mostrare un valore medio di poco superiore ai 2.000 euro al metro quadro. Le altre si collocano tutte nella fascia centrale, mentre sono cinque (Friuli, Abruzzo, Basilicata, Calabria e Sicilia) quelle che presentano prezzi al di sotto dei 1.000 euro al metro quadro.

    Il mercato immobiliare non residenziale del 2018 si presenta molto diversificato sia dal punto di vista di segmento particolare analizzato, sia dal punto di vista geografico. Milano si conferma punto nevralgico per tutto il settore in generale, presentando una vivacità negli scambi e una crescita nei valori degli immobili che copre quasi tutti i diversi ambiti. Non esiste però una tendenza uniforme tra le regioni e le città italiane, con aumenti e diminuzioni di prezzi e volumi di compravendite diversi a seconda del segmento e della zona analizzati.

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