Investimenti immobiliari nell’hospitality: continua la crescita

In un mondo sempre più connesso, il settore del turismo continua a essere uno dei mercati più interessanti sotto ogni punto di vista. Nel mondo si stima che quest’anno il 20% della popolazione si sia spostata per un viaggio all’estero: un trend in crescita sempre maggiore. Guardando più vicino a noi, sono 40 milioni gli stranieri arrivati nel Belpaese nell’ultimo anno, rendendo l’Italia il quinto paese nel mondo per presenze, in recupero rispetto al periodo precedente. In pratica il 50% dei turisti che pernottano in un albergo sono stranieri, con punte che arrivano ben oltre il 70/80% in città come Venezia, Roma, Milano e Firenze.

Questi dati danno solo un assaggio di quello che sta succedendo nel mondo dell’hospitality nel nostro paese, dove sembra stia iniziando un vero e proprio boom nel settore.

Cosa sta succedendo nel mercato immobiliare alberghiero?

Non di grandi dimensioni, spesso non troppo nuovo e, nell’80% dei casi, di proprietà familiare: questo è l’identikit di un albergo italiano tipico nel 2019. Spesso inoltre gli hotel hanno largo margine di miglioramento, soprattutto dal punto di vista della qualità. Se a Milano e Roma si è visto infatti un forte recupero nella qualità delle strutture, altrettanto non si può dire nel resto d’Italia.

Roma

La situazione però sta cambiando, con l’aumento esponenziale degli investimenti in questo settore, in larga parte (70% circa) provenienti dall’estero, e che nell’anno in corso supereranno largamente i 2 miliardi e mezzo di euro. La vasta maggioranza avviene nei quattro mercati principali di Venezia, Roma, Milano e Firenze. Già nel 2018 la capitale aveva infatti raccolto il 40% degli investimenti, seguita dal capoluogo lombardo con il 17%, e poi Venezia (11%) e Firenze (10%). Questi investitori puntano non solo all’acquisto di strutture già esistenti, e per cui ci sono diverse chiusure in corso proprio in questo periodo, ma anche alla creazione di hotel a partire da zero. In questo senso è da vedere anche l’arrivo nel mercato italiano di nomi importanti nel mondo delle catene alberghiere.

Impossibile non citare poi le Olimpiadi Invernali del 2026, la cui conferma porterà ricadute positive dal punto di vista sia di visibilità che di investimenti verso tutte le zone interessate, ma soprattutto verso Milano.

Ulteriore spinta al mondo alberghiero è arrivata da diversi interventi normativi di natura fiscale, volti ad incrementare la competitività del turismo, con agevolazioni interessanti anche per la riqualificazione di strutture alberghiere in determinate aree.

Le zone di interesse

Le zone di maggiore interesse in Italia, dal punto di vista di investimenti immobiliari nel settore alberghiero, sono storicamente quelle legate alle città di Roma, Milano, Venezia e Firenze, come visto anche precedentemente.

Milano negli scorsi anni è stata la città che maggiormente ha attirato l’interesse degli investitori, ma Roma in quest’ultimo periodo ha avuto un forte recupero. In generale comunque rimangono le città d’arte il fulcro degli investimenti, con un ritorno crescente però delle zone balneari, in particolare Puglia, Sardegna e Sicilia.

Da questo punto di vista un esempio può essere proprio la Sicilia, regione che mostra un interesse crescente da parte degli investitori e in cui la crescita del settore turistico sta esplodendo nell’ultimo periodo.

Sicilia: investimenti e turismo in forte crescita

Dopo un 2018 che ha visto crescere dell’1,5% le presenze negli hotel e dell’8,9% quelle extra-alberghiere, la Sicilia è chiaramente in una fase positiva per quanto riguarda il settore turistico. Per la prima volta infatti, la regione si è dotata di un piano di sviluppo triennale che sta dando i suoi frutti, grazie alle politiche specifiche adottate in questo ambito: sgravi fiscali per assunzioni, incentivi e investimenti importanti, anche strutturali, come quelli sui porti turistici, mirati al loro rinnovo e riqualificazione.

Lo sviluppo del settore però sembra andare verso una direzione maggiormente orientata verso il turismo di lusso. La Sicilia sta diventando sempre più una meta internazionale, e questo regala diverse possibilità, soprattutto per quanto riguarda la destagionalizzazione dei flussi turistici. L’obiettivo è riuscire ad attrarre visitatori in ogni stagione dell’anno, mirando a un’accoglienza di alto livello e agli amanti del golf.

Se infatti negli ultimi tre anni è aumentato del 10% il numero di strutture ricettive della regione, sono aumentate molto di più (quasi il 26%) le strutture a 5 stelle e oltre, per un incremento totale di 8.032 posti letto.

Ragusa

È in questa direzione che va ad esempio anche il maxi-investimento per la creazione di un polo turistico di lusso a Ispica, nelle vicinanze di Ragusa. Quasi 50 milioni di euro per la creazione di un albergo a 5 stelle, di un centro benessere, di due ristoranti e di un campo da golf di 18 buche. Più di 17 milioni di euro arrivano da Invitalia, l’Agenzia Governativa per lo Sviluppo, con l’obiettivo di attirare turisti di profilo elevato e di alta capacità di spesa. Proprio per questa ragione la gestione di questo polo sarà affidata a Hilton, uno dei più importanti player internazionali del settore dell’hotellerie di lusso.

Non solo Hilton e non solo capitali esteri: ha un occhio verso la Sicilia anche Starhotels, la prima catena alberghiera italiana per fatturato. In risposta al sempre maggiore interesse da parte degli investitori stranieri verso il mercato italiano, questa catena sta investendo fortemente nelle sue strutture del Belpaese. In particolare, nell’ultimo periodo, era stata Firenze il fulcro dell’impegno del gruppo, mentre ora sembra sarà proprio la Sicilia il target principale dell’interesse futuro di Starhotels. Anche qui, il focus rimane il turismo di lusso e la volontà di attirare sempre di più un target elevato e di valore.

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