Cedolare secca: il 10% potrebbe diventare strutturale

Buone notizie per i proprietari di immobili in locazione a uso residenziale: l’aliquota della Cedolare Secca potrebbe essere infatti fissata in via definitiva al 10% per questo tipo di contratti. Questo è quanto emerge dall’ultima versione della Legge di Bilancio. La conferma? Per quella si dovrà attendere la fine dell’anno. Ma facciamo prima un piccolo ripasso sulla Cedolare Secca: che cos’è? Quando si applica? Cosa succede con la modifica strutturale proposta dalla Legge di Bilancio? Vediamo.

Che cos’è esattamente la Cedolare Secca?

La Cedolare Secca è un regime fiscale facoltativo che sostituisce l’ordinaria tassazione basata sugli scaglioni IRPEF e le addizionali (derivanti dal reddito derivato dall’immobile).

Questo rappresenta naturalmente un vantaggio fiscale, poiché l’aliquota con cui vengono calcolate le imposte sui redditi derivati dall’affitto dell’immobile ammonteranno sempre al 10%, invece di crescere proporzionalmente all’aumentare del reddito realizzato. Ma non finisce qui. Un ulteriore vantaggio per i locatari è derivante infatti dall’esenzione dei contratti a Cedolare Secca dal pagamento dell’imposta di registro e dell’imposta di bollo, che invece sono di norma obbligatorie per le registrazioni, le proroghe e le risoluzioni dei contratti di locazione.

Va precisato però che la Cedolare Secca non è conveniente per il solo locatore: anche il conduttore beneficerà di un vantaggio economico importante. Scegliendo questo accordo, infatti, il proprietario non potrà aumentare il canone di locazione concordato per tutta la durata del contratto, neppure, nei casi in cui è previsto nel contratto, per adeguarlo all’eventuale rincaro del costo della vita secondo la variazione, accertata dall’Istat, dell’indice nazionale dei prezzi al consumo. Un vantaggio per il conduttore dell’immobile, che rappresenta la condizione da rispettare per usufruire del regime agevolato.

Oltre alla rinuncia alla facoltà di aumentare per qualsiasi motivo il canone, le poche altre condizioni imposte dalla Cedolare Secca sono che l’immobile sia destinato esclusivamente ad un uso abitativo e che il contratto sia regolarmente registrato.

Perché si parla di modifica strutturale dell’aliquota al 10%?

Facciamo però un passo indietro per spiegare i cambiamenti che si sono susseguiti negli anni sul regime. L’aliquota sulle imposte prevista per i contratti a Cedolare Secca sarebbe fissata al 15%, ma nel 2014 è stata ridotta per la prima volta al 10%, per tutto il quadriennio 2014-2017. Con la Legge di Bilancio 2018, lo Stato ha scelto di prorogare anche per il biennio 2018-2019 la diminuzione dal 15% al 10% dell’aliquota.

Ma a partire dal prossimo anno, la proroga sopra citata potrebbe diventare strutturale in quanto all’interno della Legge di Bilancio 2020 vi è la proposta di rendere permanente la riduzione. In questo modo, l’aliquota da calcolare per definire le imposte sui redditi derivanti dalla locazione sarà sempre il 10% per chi decide di usufruire del regime di Cedolare Secca, senza la necessità di un rinnovo annuale attraverso la proroga stabilita con la Legge di Bilancio.

A quando la conferma?

Solo al termine di quest’anno sapremo se l’aliquota prevista per l’imposta sostitutiva della Cedolare Secca tornerà al 15% come già previsto in passato o se, con l’approvazione della Finanziaria, prevista entro il 31 dicembre 2019, l’aliquota sarà a tutti gli effetti fissata al 10% in modo stabile.

13 dicembre 2019

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