Il mercato immobiliare italiano, dopo aver affrontato e superato con ottimi risultati la crisi dettata dalla pandemia da Covid-19, si trova già nel primo trimestre del 2022 a fronteggiare un’altra situazione delicata, dettata dal conflitto bellico in corso, che sta condizionando la sfera economica del nostro Paese.
Quali saranno le ricadute di questa drammatica situazione nel settore del Real Estate? Nomisma ha affrontato l’argomento nel corso del Primo Rapporto sul Mercato Immobiliare 2022, ridimensionando quelle che erano le prospettive di crescita, ma sempre nella speranza che il comparto possa uscirne in maniera brillante e vigorosa, come accaduto nel corso dell’ondata pandemica. Vediamo insieme l’overview del mercato immobiliare 2022.

Nello scenario di oggi, come si evolverà il mercato immobiliare italiano? Dopo un lungo periodo di bassa inflazione, quello che sta accadendo in Ucraina ne sta accelerando la crescita. Stando a quanto riportato dal Sole 24 Ore, a febbraio 2022 l’inflazione è arrivata a +5,7% su base annua: il dato più alto negli ultimi 27 anni.
Le ripercussioni di questa situazione sono ormai già note: i costi alti delle materie prime comportano un aumento delle bollette e dei prezzi, causando un impoverimento generale delle famiglie.
Negli ultimi 18 mesi, il mercato immobiliare italiano è cresciuto in maniera importante, alimentato dalla domanda di miglioramento della condizione abitativa e da una spinta verso localizzazioni esterne al centro città.
Il 2021 ha registrato una crescita superiore rispetto quelle che erano le aspettative, con un PIL del 6,6%, mentre il 2022 è partito a rilento, con una certa tensione sui prezzi dei prodotti energetici e beni intermedi. Tuttavia, lasciava ancora presagire uno scenario espansivo, che invece è stato modificato dalle questioni geopolitiche dell’ultimo mese.
Tra gli esperti del settore Real Estate, l’apprensione è che questa situazione possa riflettersi sul clima di fiducia delle imprese e delle famiglie: il ridimensionamento è atteso, anche se è troppo presto per riuscire a quantificarlo. La reazione che ci sia aspetta è quella di un temporaneo attendismo, anche da parte degli istituti bancari, che potrebbero diventare sempre più selettivi.
Se quindi da una parte è lecito aspettarsi una flessione del settore immobiliare, soprattutto rispetto ai dati dello scorso anno, dall’altra le intenzioni di acquisto restano alte come ha sostenuto Luca Dondi dall’Orologio, Amministratore Delegato di Nomisma, durante la presentazione del Primo Rapporto sul Mercato Immobiliare 2022. Ne sono la riprova il +34% delle compravendite rispetto il 2020 e la risalita dei prezzi anche nelle città intermedie, del +1,2% su base annua per le abitazioni usate e +1,7% per quelle nuove; mentre Milano guida con un aumento del +4%.
Sul versante corporate il 2021 si è chiuso con un rivitalizzato interesse degli investitori stranieri, con un volume di investimenti cresciuto di circa il 2,4% rispetto al 2020 Questa crescita è stata guidata dai settori logistico e alberghiero. Il cambiamento di stili di vita e abitudini di consumo ha contribuito alla crescita esponenziale del settore che ha raggiunto valori prossimi ai 3 miliardi di euro in termini di investimenti (+90% in un biennio).
Al momento sembra quindi resistere quel carattere ottimistico ed espansivo che ha fortemente caratterizzato questi ultimi due anni, ma è ancora prematuro azzardare ipotesi. Sicuramente la riqualificazione energetica degli immobili, con il fine di ridurre le emissioni di gas serra, resta uno degli obiettivi più sentiti per quanto riguarda l’ambiente. Un tema che potrebbe risultare secondario rispetto quello che sta accadendo, ma se affrontato da un punto di vista sociale, con l’intento quindi di abbattere la povertà energetica e migliorare la qualità della vita degli edifici, questo trend prende ancora più vigore, fino a diventare la guida per immaginare il mondo di domani.