Il 14 marzo il Parlamento Europeo ha approvato il testo che prevede la ristrutturazione degli immobili europei con l’obiettivo di renderli più sostenibili per l’ambiente.
Ecco, in breve, cosa prevede la Direttiva UE relativa alle case green:
- Tutti gli edifici di nuova costruzione dovranno essere a zero emissioni a partire dal 2028.
- Gli edifici residenziali dovranno essere ristrutturati per rientrare almeno nella classe E entro il 2030, in classe D entro il 2033.
- Per gli edifici non residenziali e pubblici i tempi si accorciano di tre anni: entro il 2027 classe E, entro il 2030 classe.
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Ma cosa vuol dire per l’Italia? Cosa fare oggi per essere pronti quando la Direttiva (anche detta EPBD, Energy performance of buildings directive) entrerà in vigore? Facciamo chiarezza.
Case green in Italia: un patrimonio invecchiato
Al momento nel nostro Paese il 74% delle abitazioni (11 milioni) rientra una classe energetica E, F o G, quindi inferiore ai parametri imposti dalla nuova Direttiva.
In Italia possiamo ipotizzare che la Direttiva diventerà operativa nel 2025. È possibile quindi ipotizzare che molti immobili, in vista dell’attuazione della direttiva UE, potrebbero perdere l’attuale valore di mercato se non adeguatamente ristrutturati.
Per non farsi trovare impreparati è importante iniziare a valutare oggi una serie di interventi, dall’installazione di impianti solari all’efficienza dell’isolamento termico, in particolare se la classe energetica dell’immobile è molto bassa.
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Quali immobili sono esclusi?
La nuova Direttiva UE prevede alcune eccezioni. Tra gli immobili che potranno essere esclusi dagli interventi di ristrutturazione troviamo:
- Monumenti
- Edifici con particolare valore storico e architettonico
- Chiese e altri luoghi di culto
- Edifici a uso temporaneo
- Seconde case utilizzate per meno di quattro mesi all’anno
- Abitazioni unifamiliari di superficie inferiore a 50 metri quadri
Classi energetiche: una classificazione in cambiamento
La nuova classificazione unificata delle classi a livello europeo sostituirà l’attuale classificazione italiana, quindi la nostra lettera D attuale non sarà la stessa che conterà come parametro per i futuri interventi di ristrutturazione. Il grafico qui sotto mostra come potrebbe cambiare la classificazione.
Come si può vedere, le classi resteranno le stesse ma i parametri per definire le classi elevate saranno meno stringenti e quindi comprenderanno più immobili, che oggi rientrerebbero in una classe invece molto bassa. Quindi molte case che oggi richiederebbero lavori di manutenzione, perché inferiori alla classe D, risulterebbero nella nuova classificazione in linea con la Direttiva.
Se quindi è vero che sarà importante attendere la classificazione definitiva, è altrettanto vero che informarsi oggi per attuare interventi di riqualificazione significherà essere un passo avanti quando la Direttiva entrerà in vigore.
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Cosa succede a chi non si adegua alla Direttiva?
Al momento non sono specificate sanzioni particolari per chi non adegua il proprio immobile ai nuovi standard entro i tempi. Ogni paese potrebbe però prevedere delle multe: su questo si attendono aggiornamenti più specifici.
Direttiva europea case green: a che punto siamo
Dopo l’incontro decisivo del 14 marzo che ha definito i diversi aspetti presentati in questo articolo, la Direttiva è stata sottoposta il 6 giugno al Trilogo (composto dalla Commissione, dal Consiglio e dal Parlamento).
Durante quest’ultima discussione, i rappresentanti della Commissione Europea, del Consiglio e del Parlamento hanno affrontato vari aspetti della Direttiva, compresi i dettagli delle norme e delle misure proposte per raggiungere gli obiettivi di efficienza energetica stabiliti. L’obiettivo di questa fase è concordare un testo definitivo che possa soddisfare le esigenze e le preoccupazioni di tutte le parti coinvolte, in modo da poter procedere con l’approvazione finale.
Nulla di definitivo ancora, dunque, almeno fino al prossimo appuntamento, previsto per il 31 agosto.
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